Di tutto un po' #6 - La tua vita, molto probabilmente, è già perfetta così
C'è un meccanismo automatico, e pericoloso, del nostro cervello: l'assuefazione. Ci abituiamo così in fretta alle cose belle che finiamo per darle per scontate.
Di tutto un po'" è una newsletter non convenzionale che si distacca dalle regole che consigliano (giustamente) gli esperti di comunicazione. Miei colleghi.
Qui non troverete un elenco di argomenti ristretti, perché credo che il mondo sia troppo vasto e affascinante per limitarsi a condividere una sola nicchia. Che sia marketing, politica, tecnologia, cultura pop, scienza, lavoro, attualità, qui troverete notizie selezionate (senza un ordine cronologico, ma con la consapevolezza di metter ordine in un mondo vasto e insidioso) condite con un pizzico di ironia e uno sguardo critico.
Ma cosa lega tutti questi argomenti apparentemente separati? La Comunicazione.
Perché alla fine, tutto è comunicazione. E poi, perché è il mio lavoro. Qui nessuna regola. Se non quello di sapere di tutto un po'.
🌻 LA TUA VITA, MOLTO PROBABILMENTE, E’ GIA’ PERFETTA COSI’
Ti sei mai chiesto perché, nonostante tutti i nostri sforzi per migliorare la vita e raggiungere gli obiettivi, il più delle volte ci sentiamo insoddisfatti?
La risposta si cela dietro un meccanismo automatico del nostro cervello: l'assuefazione. Ci abituiamo così in fretta alle cose belle che finiamo per darle per scontate.
Per comprendere meglio prova a immaginare le sensazioni che provi quando torni a casa dopo un lungo viaggio: tutto sembra più luminoso, come se fosse nuovo.
In questo articolo l’autore ci spiega che c’è un modo per “disabituarsi” e riscoprire la bellezza della nostra vita quotidiana.
Ovviamente non basta allontanarsi fisicamente dalla routine. Viviamo in un'epoca in cui i social media ci illudono con le immagini di vite perfette, dove tutto sembra facile e felice. Questo può farci sentire inadeguati e insoddisfatti di ciò che abbiamo, ma bisogna ricordare che quelle immagini sono spesso filtrate e non rappresentano la realtà completa.
La felicità non si compra, sta nelle piccole cose, nelle relazioni autentiche, nell'apprezzare ciò che abbiamo. Come dice Margaret Lee Runbeck, scrittrice americana, "La felicità non è una destinazione, ma un modo di viaggiare" .
Tips: prova a prenderti qualche minuto, ogni giorno, per osservare le cose che ti circondano con attenzione e gratitudine. Potresti rimanere sorpreso di scoprire quanto sei fortunato.
➡️Your Life Is Better Than You Think
🐎 L’AI APPLICATA AL GIORNALISMO: SE SI PROCEDE A BRIGLIA SCIOLTA, NON SI SA DOVE SI ARRIVA
Si chiama Zach Seward e, oltre a essere un giornalista e imprenditore dei media, è il direttore editoriale delle iniziative di intelligenza artificiale del New York Times. In un articolo, pubblicato sul suo blog qualche tempo fa, ha riportato un riassunto di un suo discorso tenutosi durante un festival dedicato al mondo dei media, in cui ha affrontato un tema molto caldo negli ultimi tempi: il rapporto tra AI e giornalismo.
Personalmente già lo credevo, ma gli esempi lo confermano: meglio ridimensionare le aspettative (o speranze?) sulle sue capacità. Il giornalista ha infatti elencato una serie di approcci positivi e negativi di utilizzo dell'AI nelle redazioni giornalistiche. Il risultato parla chiaro: quando l'intelligenza artificiale è usata male, i risultati sono imbarazzanti. Ma se viene guidata dall'intelligenza (umana) può fare la differenza.
Per riassumere ciò che troverete negli esempi (tutti reali) ecco quello che emerge dalle worst e best practice raccontate dal giornalista.
Alcuni dei peggiori utilizzi dell’AI nel giornalismo hanno in comune tre caratteristiche inquietanti:
plagi non controllati (testi copiati, citazioni prese a caso senza attribuzione, copie digitali);
pigrizia (l'AI usata come scorciatoia per sfornare contenuti, ma senza verifica umana, produce contenuti sbagliati e di zero valore per il lettore);
egocentrismo opaco (progetti pubblicizzati come "innovativi", ma poco trasparenti).
Ci sono poi gli esempi virtuosi, che sono accomunati da:
approccio innovativo (l'AI non rimpiazza il lavoro umano, ma ne amplifica le capacità);
centralità del lettore (la tecnologia non è utilizzata solo perché "di moda", ma per fornire contenuti migliori, chiari e accessibili);
fedeltà ai principi del giornalismo (verità, trasparenza e responsabilità restano le basi del mestiere).
I migliori esempi di AI applicata al giornalismo funzionano perché c'è sempre un essere umano all'inizio e alla fine del processo, con il vantaggio di utilizzare l'AI come mezzo per fare il lavoro "sporco" (scandagliare dati, analizzare tendenze, riassumere testi complessi).
In un momento storico dove il giornalismo non gode di grande autorevolezza, l'implementazione dell'AI ha un valore non indifferente per migliorare e rendere più efficace il lavoro del giornalista (ma se usata senza giudizio, potrebbe rappresentare un pericolo non indifferente).
📲 AI e stampa ➡️ AI news that's fit to print
Bonus (TheVerge) ➡️ Il New York Times adotta strumenti di intelligenza artificiale nella redazione
⚫DARK PATTERN. IL DESIGN CHE INGANNA
Nell’era digitale - più di quanto ancora molte aziende pensino - le nostre decisioni sono influenzate considerevolmente dal design digitale.
Spesso lo stesso design riesce a manipolarci. Ed è qui che si parla di “dark pattern”. Si tratta di astuzie progettuali che inducono un utente a compiere azioni non desiderate sfruttando le debolezze cognitive. Per fare un esempio: abbonamenti nascosti, difficoltà nel disdire servizi, carrelli incredibilmente pieni di prodotti senza aver selezionato nulla, e via dicendo.
Ci sono tanti articoli che parlano di questo argomento, ma ho deciso di condividervi questo perché non solo spiega e racconta i dark pattern più comuni, ma offre un’esperienza coinvolgente attraverso una lettura interattiva con immagini e testi che si susseguono scrollando la pagina.
Pronto a scoprire i segreti nascosti dietro le interfacce web che usi più spesso?
➡️ How companies make it difficult to unsubscribe
📰 SUPREMAZIA NARRATIVA: QUANDO L’INFORMAZIONE DIVENTA UN’ARMA
Al giorno d’oggi la verità è sempre più sfuggente. Dietro la confusione di narrazioni contrastanti, si cela una lotta per la supremazia narrativa.
L’articolo che vi condivido da “Prismag” esplora in profondità il concetto di "narrative supremacy", analizzando come viene utilizzata per influenzare l'opinione pubblica, plasmare la realtà e raggiungere obiettivi strategici.
Dall'infodemia all'iperrealtà, dal soft power all'intelligenza artificiale, la scoperta di come le tecniche di narrazione vengono utilizzate da aziende, governi e altre organizzazioni per manipolare le nostre percezioni e guidare le nostre azioni.
Un percorso affascinante e inquietante nel lato oscuro della comunicazione.
➡️ QUELLA LINEA SOTTILE TRA NARRAZIONE E INFORMAZIONE
🔴 L’INSENSATO MERCATO DEL TONNO ROSSO METTE IN LUCE TUTTE LE CONTRADDIZIONI DEL COMMERCIO INSOSTENIBILE
Proprio qualche minuto fa stavo parlando con mia nonna dello spreco di cibo, di come la GDO preferisca buttare la merce piuttosto che scontarla, di come ci chiedano sempre di più quando poi ci sono sprechi inutili. E guarda un po' cosa mi capita sotto gli occhi: un articolo sul tonno rosso, un tempo cibo popolare del Mediterraneo, oggi diventato un lusso per pochi, con un impatto ambientale devastante.
Un'inchiesta approfondita svela come il tonno pinna blu, pescato nel Mediterraneo, finisca per lo più sulle tavole di Giappone, Corea, Cina e Stati Uniti, alimentando un business elitario e insostenibile.
Un sistema che depaupera i mari e alimenta solo pochi privilegiati.
L'articolo mette in luce le contraddizioni di un sistema che, dietro la facciata di una pesca "sostenibile", nasconde interessi economici colossali e un impatto ambientale gravissimo.
➡️ L’INSENSATO COMMERCIO DEL TONNO LEONE
Curiosità
💕 INTERNET HA CAMBIATO ANCHE IL MODO IN CUI TROVIAMO L’AMORE
Da un lato potrebbe sembrare scontato, ma dall’altro la velocità con cui sono cambiate le abitudini nell’ultimo secolo è qualcosa che andrebbe studiato con attenzione.
James Eagle, in questa rappresentazione grafica, ci mostra quanto ci siamo allontanati dalle tradizioni di una volta anche sotto il profilo amoroso.
Se una volta le coppie si incontravano soprattutto in famiglia, dove le persone venivano presentate da amici e familiari, o si sposavano con la dolce metà del liceo, adesso internet pare abbia modificato completamente queste dinamiche.
Oggi oltre il 60% delle coppie si incontrano, e si conoscono, online.
Un percorso che in pochi anni ha cambiato radicalmente le relazioni sentimentali e che sembra ormai destinato a non arrestarsi più: già adesso gli algoritmi mettono in contatto le persone in base ai loro gusti e alle loro preferenze. Un codice numerico che decide se una persona può essere, o non essere, l’amore della tua vita.
Questo è.
❣️MA L’AMORE, IN REALTA’, NON BASTA
Mark Manson è uno scrittore, autore di vari bestsellers del New York Times con all’attivo circa 20 milioni di copie vendute e libri tradotti in più di 65 lingue.
Sul suo blog si definisce così:
“Scrivo consigli di vita basati sulla scienza, consigli pragmatici e non cazzate, consigli di vita che non fanno schifo. Alcune persone dicono che sono un idiota. Altre dicono che ho salvato loro la vita. Continua a leggere e decidi tu stesso”
In questo articolo parla d’amore e lo fa a modo suo: con cinismo e realismo. Racconta di quanto la nostra cultura abbia idealizzato l’amore: lo vediamo come una panacea per tutti i problemi della vita, l’obiettivo ultimo, la nostra lotta continua. E proprio perché lo idealizziamo, allora, lo sopravvalutiamo. E le nostre relazioni, di conseguenza, ne pagano il prezzo. L’autore spiega che le relazioni sane richiedono più che semplice e pura emozione, ma una serie di valori fondamentali che spesso vengono ignorati.
3 DURE VERITA’ SULL’AMORE:
L’amore non è sinonimo di compatibilità.
L’amore non risolve i problemi relazionali.
Per amore non vale sempre la pena di sacrificarsi.
L’articolo “L’amore non è abbastanza” ➡️LOVE IS NOT ENOUGH
😭PIANGI UNA VOLTA A SETTIMANA
A quanto pare alcuni studi hanno dimostrato che piangere una volta a settimana possa alleviare lo stress.
E allora ecco un sito che contiene, ogni volta che si aggiorna pagina, un video diverso che racconta una storia che difficilmente lascia indifferenti.
Gli sviluppatori dicono: “Visita questa pagina una volta a settimana per una vita senza stress”.
Ora tocca a te. Prova a non piangere.
CRY ONCE A WEEK ➡️ https://www.cryonceaweek.com/
Per chi fa (o a chi piace) il marketing
📱LE TENDENZE DEI SOCIAL MEDIA A CUI PRESTARE ATTENZIONE
La piattaforma Hootsuite ha raccolto le principali tendenze, attuali, dei social media. Per ognuna alcuni consigli pratici per implementare le proprie strategie social e affrontare le sempre più veloci evoluzioni digitali.
1. L’intelligenza artificiale è ormai un punto saldo nel panorama sociale. Imparare a usarla per migliorare i processi.
2. Il marketing sui social sarà sempre più qualificato.
3. Trendjacking vs detox dai trend. Non c’è una scelta corretta, bisogna seguire i dati.
4. L’importanza della sezione “Commenti”. Le interazioni in uscita faranno parte di una nuova strategia dedicata alla community.
5. La personalità conta più della consistenza. Il pubblico risponde meglio all’autenticità rispetto alle linee rigide di comunicazione.
6. Andare su Reddit. Cioè: esplorare i luoghi che ancora non frequentati.
7. TikTok sta diventando sempre più una “app per tutto”. Includerla nelle strategie.
8. La generazione Z è il nuovo pubblico d'oro. Adattare la strategia pensando anche (o soprattutto) a loro.
9. I video brevi continuano a regnare sovrani.
10. I social media sono il nuovo “programma” in prima serata. Benvenuti nell’era dell’intrattenimento social.
11. AIO e SEO: non solo online, ma anche sui social.
12. La metrica più importante: le condivisioni in DM.
13. Anche LinkedIn sta diventando “social”.
14. I creatori di contenuti sono i nuovi influencer.
15. I canali di nicchia sono la prossima grande novità.
L’articolo completo ➡️ The 15 social media trends that will shape your 2025 strategy
Segnalibri dalla rete ⬇️
MERRIAM WEBSTER - TIME TRAVELER 📕
Merriam-Webster Inc. è una storica società statunitense nota soprattutto per i suoi dizionari. Tra i vari strumenti e giochi presenti sul loro sito, c’è il “Time Traveler” delle parole: inserisci l’anno desiderato e scoprirai quali parole sono state usate per la prima volta a partire da quell’anno.
Esistono delle parole, e dei modi di dire, che sono letteralmente “intraducibili” in tutte le lingue del mondo. Tante sono riportate in questo sito (per esempio: “monster soup” - zuppa mostruosa - un’espressione usata in rare occasioni, negli USA, dalle persone che hanno paura dell’oceano).
Anche gli utenti possono contribuire: “Untranslatable” è infatti un dizionario online in cui i madrelingua possono condividere parole, espressioni, modi di dire, slang e altre curiosità linguistiche.
Il classico gioco: cosa preferiresti? Fai la tua scelta e scopri quante persone hanno risposto come te. Ci passi il tempo.
Scorri, scorri, scorri: per scoprire, e imparare, cosa si trova in fondo al mare.
Dai miei salvataggi
- DIETRO LE QUINTE DI SANREMO
Instagram: Antonio James Mascoli
In questo profilo viene raccontato come sono girati film, serie tv e spettacoli. Nel video che vi condivido un dietro le quinte del Festival di Sanremo
- FALLIMENTO DELLE STARTUP
Instagram: startupgeeks_ita
Nelle precedenti uscite ho condiviso il “Cimitero dei fallimenti” (Di tutto un po' #3 - "Le cose che avrei voluto imparare a scuola"). Qui ho salvato il carosello di startupgeeks che ci fa vedere alcune startup che non hanno superato le sfide del 2024
- SMARTWORKING E TRAFFICO
Instagram: dealogando
“Queste sono normali mattine in alcune città italiane, dove il traffico regna sovrano, per la gioia dei tanti che ogni giorno vi si immettono per raggiungere il proprio posto di lavoro, con mezzi propri o pubblici.
Stando a uno studio di Moovit, in Italia il tragitto dura in media 41 minuti, senza contare la ricerca del parcheggio. Il biglietto per il mezzo pubblico e la benzina, raramente a carico del datore di lavoro, sono costi che gravano sul portafogli del lavoratore, così come la manutenzione del mezzo proprio”
Continua in questo crudele quanto reale post di dealogando